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Si celebra proprio in questi giorni il 20° anniversario di Mani Pulite: dibattiti, tavole rotonde, libri, talk show ripercorrono quei giorni che furono un vero e proprio terremoto per la politica italiana. Molte teste allora caddero e la più autorevole fu sicuramente quella di Bettino Craxi, di fatto condannato ad un ostracismo che fu peggiore di qualunque processo.

La figlia Stefania l’ha definita una farsa ed i vari commenti, ad un ventennio di distanza, assumono varie sfumature, ma comunque sempre in sintonia. In ogni commento, in ogni approfondimento manca sempre un elemento, in verità già allora da pochi evidenziato, da tutti oggi dimenticato.

Ripercorriamo i fatti … “prima” di quel fatidico 17 febbraio 1992. Craxi, personalità forte, ex Presidente del Consiglio, allora rappresentava ben di più di quanto il Partito Socialista Italiano rappresentasse in termini di voti. Stampella della DC a livello nazionale, in ambito locale giocava su più tavoli, ivi comprese le giunte rosse con il PCI.

Fu proprio ad una riunione del Partito Democratico Europeo, di cui il PSI faceva parte, ma a cui prendeva parte anche il PCI, che Craxi disse chiaramente che l’unico vero rappresentante del Partito Democratico Europeo era il PSI. Il PCI venne di fatto bollato come un “figlio illegittimo”. Se le cronache italiane passarono il fatto quasi sotto silenzio, tanto che venne presto dimenticato, il PCI non digerì certo facilmente il boccone amaro. Nel tripudio generale del 17 febbraio 1992 pochi collegarono i 2 avvenimenti.

Bisogna dire che il PCI del 1992, che ancora si leccava le ferite per la caduta del Muro di Berlino, non era più il partito di Palmiro Togliatti del 1956, allora il più forte partito comunista fuori dal Patto di Varsavia, che “consigliò” i sovietici di sopprimere nel sangue la rivolta democratica di Imre Nagy in Ungheria, decretandone la condanna a morte. La situazione era diversa, ma la voglia di fare “giustizia” non era poi così distante da quella di Togliatti.

Non sappiamo se un giorno questo tassello mancante ritornerà al suo posto, ma sappiamo bene come la storia sia stata da sempre frutto di parecchie dimenticanze e forse oggi a nessuno conviene ricordare.