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Ieri sera, guardando il TG2, la mia attenzione è caduta su un servizio quanto meno inusuale. È l’intervista con un signore over 50 che è appena stato licenziato. Nulla di strano fino a qui: assistiamo tutti i giorni a casi di questo tipo. Eppure questo signore non è uno che sale sulle barricate, non è uno dei tanti che si trovano senza lavoro dopo una vita in fabbrica, ma un informatico, uno con un profilo in linea con i tempi. Eppure è rimasto senza lavoro!

Mi torna alla mente un articolo di Repubblica di pochi giorni fa’, in cui è riportato che il mercato dei social network vale 35mila nuovi posti di lavoro. 2 facce della stessa medaglia!  2 tasselli di un puzzle assai strano!

Se da un lato infatti il mercato del lavoro presenta una situazione critica, spesso sclerotizzata attorno a temi come l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che sancisce l’impossibilità di licenziare “senza giusta causa” per le imprese, dall’altro ci troviamo di fronte ad una disoccupazione crescente, all’impossibilità dei giovani di inserirsi a pieno titolo del mercato del lavoro, ma anche ad una impossibilità di rientrarvi per chi ne è uscito.

Viene subito in mente una citazione che dice “Per ogni problema complesso c’è sempre una soluzione semplice. Che è sbagliata!” E di soluzioni semplici in questi giorni ne sentiamo tante. Eppure possiamo andare oltre e tenteremo di farlo nei prossimi giorni.